Bifo, i media e la verità
Ieri, presso il corso di laurea specialistica in Comunicazione Pubblicitaria per le organizzazioni Franco "Bifo" Berardi ha tenuto una lezione decisamente interessante. Il tema in programma era l'AdBusting, ma nei fatti Bifo ha ripercorso la storia e le strategie della comunicazione e dell'informazione alternativa in Italia e nel mondo. Nella visione di Bifo il passaggio da un controinformazione vecchio stampo alle logiche di adbusting contemporaneo è un necessario adattamento strategico che la comunicazione alternativa attua in risposta ai mutamenti dell'infosfera. Se la controinformazione nata tra gli anni '60/'70 si costruiva su un'opposizione vero/falso nei confronti dell'informazione ufficiale l'informazione alternativa contemporanea si trova a non poter più costruirsi su questa opposizione. La fine della pretesa di una informazione univocamente vera (anche da parte degli stessi organi ufficiali) impone alla controinformazione di abbandonare un'ormai infruttuosa logica oppositiva nei confronti dell'informazione mainstream per approdare ad una serie di strategie volte a far "deragliare" l'informazione ufficiale utilizzando le sue contraddizioni interne.
Fin qui il breve riassunto. Nel suo ragionamento Bifo ha sottolineato più volte la fine della critica e l'avvento (o il ritorno) a logiche interpretative più prossime alla dimensione mitologica. La cosa è alquanto interessante soprattutto se si considera che la critica (ovvero la capacità di lettura di un testo) è anch'essa una conquista evolutiva, una conquista che nasce con la scrittura e con la perdita di un legame inscindibile tra il mondo e la sua rappresentazione.
Focault sostiene che a partire dal XVII secolo la critica soppianta il commento, si rinuncia a vedere il legame segreto tra il testo e il mondo e si limita la propria analisi al testo stesso. Paradossalmente la critica, costruendosi NEL testo, è già una rinuncia alla verità a favore di una coerenza interna.
Ed è forse questo principio di non contraddittorietà che tende ad essere superato nell'evoluzione della comunicazione (ufficiale o indipendente che sia); la comunicazione non può più essere contraddetta (smentita internamente) ma può solo essere deviata su strade parallele.
Fin qui il breve riassunto. Nel suo ragionamento Bifo ha sottolineato più volte la fine della critica e l'avvento (o il ritorno) a logiche interpretative più prossime alla dimensione mitologica. La cosa è alquanto interessante soprattutto se si considera che la critica (ovvero la capacità di lettura di un testo) è anch'essa una conquista evolutiva, una conquista che nasce con la scrittura e con la perdita di un legame inscindibile tra il mondo e la sua rappresentazione.
Focault sostiene che a partire dal XVII secolo la critica soppianta il commento, si rinuncia a vedere il legame segreto tra il testo e il mondo e si limita la propria analisi al testo stesso. Paradossalmente la critica, costruendosi NEL testo, è già una rinuncia alla verità a favore di una coerenza interna.
Ed è forse questo principio di non contraddittorietà che tende ad essere superato nell'evoluzione della comunicazione (ufficiale o indipendente che sia); la comunicazione non può più essere contraddetta (smentita internamente) ma può solo essere deviata su strade parallele.
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