Farsi Media (2)
Per Farsi Media intendiamo da una parte la tendenza alla dissoluzione fra forme nette e distinte della produzione e del consumo mediale e dall'altra il supermento di una logica dicotomica che ha contapposto i linguaggi di massa con quelli neo-mediali costruendo differenze caratterizzanti del tipo linerità/ipertestualità, mass media/personal media, passività/interattività, ecc.
Farsi media secondo una duplice pista di significazione.
La prima è quella del “fare media” caratterizzata da un’appropriazione della forma del medium, cioè da un’appropriazione del dispositivo mediale. Ad esempio quando si parla di Telestreet si può dire che «nel periodo che è trascorso dall’inizio di questa esperienza l’attenzione è stata posta tutta sul dispositivo tecno-comunicativo e sul significato politico dell’operazione. Non possiamo dire se, nell’insieme delle sperimentazioni compiute dalle varie telestreet vi siano state delle invenzioni stilistiche, se si siano creati nuovi formati, nuovi linguaggi» (Berardi, Jaquemet e Vitali).
La seconda è quella del become media, diventare media, cioè aver incorporato la distinzione mediale tra ciò che è informativo e ciò che non lo è e la logica dell’osservatore mediale come osservatore di secondo ordine: in pratica l’aver interiorizzato distinzioni e funzioni dei media sul lato dell’individuo. Così da produrre contenuti mediali che garantiscano una rappresentatività dei vissuti orientata ad un’alta riflessività capace di creare un terreno per forme collettive di produzione di immaginario.
(Continua...)
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